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Argomento : resoconti 100 km!!!!!!!!

Giada

Postato il
28/05/2006
ora 21:22:49

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Ciao!!!! Se avete notizie della 100 km........fatevi avanti!!!!!!!!!! Siamo tutti curiosissimi!!!!! Se l'avete poi vissuta in prima persona, siamo tutt'orecchi (anzi, forse più tutt'occhi... ) pronti ad ascoltare i vostri racconti!!! Aspettiamo con ansia tutte le vostre news

gabriele

Postato il
30/05/2006
ora 23:28:45

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Volendo raccontare gli episodi vissuti nelle giornate di sabato 27 e domenica 28, ci vorrebbero una enormità di pagine.
Comunque, un poco alla volta, posso raccontarvi qualche cosa.
Inizio col dire che il clima era favorevole e pochi minuti prima della partenza, in piazza della Signoria noi dell'Avis di Forlì, ci siamo ritrovati tutti in pochi metri.
Grande sorpresa, sapevo che 7 erano gli iscritti, ma eravamo presenti in 8.
Si era aggiunto all'ultimo momento Gamberini Adler.
Vicino a noi c'erano alcuni personaggi particolari.
L'alpino, che è presente da tanti anni e porta 20 stuzzicadenti sul cappello (da alpino). Ne usa uno ad ogni ristoro,per infilzare un panino, così si accorge di essere arrivato a Faenza quando non trova più alcun stuzzicadente sul cappello.
C'era anche l'indiano, che ci ha raccontato di essere amico di quello che corre con l'ombrellone (chiedere notizie a Stefano).
C'era il pittore con la sua tela bianca, provvede a realizzare un quadro strada facendo.
Diverse persone salutavano Gemma al grido di ' Stasera si tromba'.
Se ne trova traccia anche in commento alle foto che lo ritraggono nel sito www.podisti.net.
C'era Lamberto ed i suoi supporter i ' granchi aviatori' con le loro magliette gialle.
Ho già scritto una pagina e non siamo ancora partiti.
segue ...

gabriele

Postato il
31/05/2006
ora 13:17:17

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Finalmente il via,
i turisti, numerosissimi, ai lati ed il gruppo dei parteciapnti alla 100 al centro della strada. C'è chi lancia grida di incitamento, c'è chi applaude, noi salutiamo con il braccio alzato ed una oscillazione ritmica dell mano. Si gira attorno al Duomo, bellissimo, si percorre una strada del centro e si arriva al primo viale di circonvallazione. Il gruppo dei concorrenti è un fiume in piena ed i vigili tengono bloccato il traffico. Alcuni suonano il clacson, è anche questo un modo di salutarci. Stiamo lasciando il centro di Firenze. Il sole è alto, il cappellino, a pois rossi, mi protegge e comunque l'aria non è così calda.
Inizia la salita, vicino a me trovo Lamberto che mi saluta, anche l'indiano non è lontano, con le sue penne sul capo e le striscie rosse dipinte sul volto.
Si sale verso Fiesole, aspetto con calma il magico tornante a sinistra, dopo il quale si apre una vista spettacolare su Firenze.
Eccolo , dimentico la corsa, mi avvicino al muretto a sinistra e mi godo questa vista unica.Qualche minuto e di nuovo il pensiero torna alla corsa, bisogna bere, qui si suda molto, anche con questa andatura blanda.
Fiesole si avvicina, penso al ristoro, cosa conviene assumere ?
sali, acqua, succhi di frutta, vedro' ... sicuramente un bicchiere di acqua finirà sul cappellino a pois.
segue ...

gabriele

Postato il
31/05/2006
ora 23:16:53

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Superato Fiesole la strada si presenta in leggera salita , fra le case, con tante persone in strada che incitano ed applaudono, a tratti, con più vigore se qualche concorrente saluta con la mano. Mi ritrovo in compagnia di alcune persone che hanno una bella canotta verde con su scritto ' fo di pe'. Uno alto è più veloce di me in salita ma meno quando la strada scende leggermente e così ci troviamo curiosamente a superarci a vicenda lentamente passando da un lato all'altro della strada.
Quando è possibile, senza correre rischi inutili, taglio le curve attraversando la strada, con uno spostamento lento, che non colga impreparato l'eventuale automobilista in arrivo.
In gran parte si tratta di persone che accompagnano i concorrenti.
Lo si capisce bene dai fogli A4, appesi ai finestrini, con su scritto 'assistenza al n.60' oppure 'forza piero, sulla colla non si molla'.
Alcuni addirittura seguono i propri amici con il camper. I 'granchi aviatori' sono super attrezzati, fra i vari mezzi, c'è un pick up con tanto di prosciutti e altro ben di dio appesso alla cabina di guida. Il sole viene leggermente ricoperto da un sottile strato di nuvole, il caldo diminuisce, si suda meno. Il tempo passa, i kilometri pure e sull'asfalto compare un bel numero 10 in giallo. Poco distante un cartello, sempre giallo, appeso al tronco di un albero sulla destra ripete lo stesso numero. Bene 10 Km sono passati , ne restano solo 90, meglio non pensarci. Ecco che sulla destra il gruppo con le magliette gialle si presenta al primo appuntamento e Lamberto è fra di loro, al centro della attenzione. Mi salutano , chiedendo se mi serve qualche cosa. Grazie , per ora tutto procede bene e proseguo in mezzo al gruppetto 'fo di pe'.
Il prossimo riferimento importante sarà vetta le croci, dove ci attende un mega ristoro e quindi la discesa verso Borgo S.Lorenzo ....

gabriele

Postato il
01/06/2006
ora 20:04:16

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Appare sulla sinistra, leggermente più in alto, la vetta le croci.
Anche da lontano si intuisce l'affollamento di persone ed il lungo tavolo bianco del ristoro.Le automobili degli accompagnatori sono in difficoltà, procedono lentamente e a tratti.
Un paio di vigili cercano di indicare loro il percorso sulla destra, dove troveranno meno traffico. Mi sposto, quindi a sinistra ed in effetti posso procedere senza intoppi.
Le persone presenti sono veramente tante, per fortuna il lungo tavolo del ristoro è abbastanza libero. Decido che oltre a bere mangerò qualche cosa. La mia attenzione è attratta da un pacchetto di crakers salati. Decido che possono andare bene e camminando inizio a mangiarne. Mi si avvicina Alberto Pruni che mi incoraggia, lo saluto e scambio un paio di battute. Le automobili sono praticamente ferme in colonna, siamo più veloci noi podisti. Ed ora inizia la discesa verso Borgo S. Lorenzo. Il sole è velato e penso che il berrettino forse non serve più. Quando incontrerò il gruppo di Lamberto lo lascerò ad uno di loro. Correndo in discesa penso che devo controllare la sitazione, tutto procede nel migliore dei modi ed è bene mantenere le forze per la notte che verrà. L'esperienza mi dice che la 100 inizia a Marradi. In ogni caso circa 20 km sono passati.
Sono sulla sinistra della strada e all'improvviso noto un ciclista che sta salendo, la sagoma è familiare. Alza la testa, ma si è proprio lui.
Gianni Lacerenza. Mi fa un cenno di saluto con il capo, mi urla qualche cosa e alza la mano destra, io alzo la mia e ci scambiamo un 5 al volo.

gabriele

Postato il
02/06/2006
ora 09:21:38

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Ecco che sulla destra in fondo al breve rettilineo scorgo un gruppo con la maglietta gialla. I 'granchi aviatori'. La moglie di Lamberto mi riconosce e mi chiede se serve qualche cosa. Ti lascio il cappellino che oramai non mi serve più, le rispondo. Lo passo al volo e saluto, proseguendo verso un'altro ristoro, che se non ricordo male si presenterà sulla sinistra, fra qualche curva.
Eccolo, decido per una fetta di pane con marmellata, un bicchiere di sali subito ed un bicchiere di acqua camminando.
Oramai la discesa è terminata, i 'fo di pe' non sono più con me, non so se sono più avanti o no, non ha alcuna importanza.
Sono sulla destra della strada, quando improvvisamente una voce mi saluta. Guardo alla mia sinistra, è Giorgio Ceccarelli con il suo motore.
Lo saluto, ed ecco che su un'altro motore arriva il buon Giuseppe ed infine Alberto. Scambiamo qualche battuta. Sull'asfalto compare il solito numero giallo, ripeturo da un cartello dello stesso colore appeso sulla destra. 30km. Commenta Alberto, ne mancano 70, solo a pensarci mi sento male. Gli rispondo, se volete vedere i primi sulla Colla dovete affrettarvi. Mi salutano con un ampio cenno della mano ed accelerano.
Ripenso ai trenta percorsi ed ai 70 che mancano. Interrogo le gambe, mi rispondono che siamo appena partiti, bene, mantengo al minimo l'impegno pensando a Marradi ed alla notte che verrà.Una notte che sarà buia e senza luna.Penso alla piccola pila che ho lasciato nella sportina di ricambio alla Colla, mi servirà.
Guardo avanti, sulla sinistra, mi appare, Borgo S.Lorenzo, le case , il ponte all'ingresso del Paese. Questo è un passaggio importante, mi sono ripromesso di passare, non prima delle 18. Non ho, volutamente, l'orologio e non ho chiesto l'ora.Ho determinato l'andatura sulle mie sensazioni. Il conttrollo sull'ora di passaggio a Borgo mi dara' la prima importante risposta. Penso all'orologio della torre, lo si vede in centro dopo il ristoro, oppure potrebbe esserci un orologio della organizzazione al punto di controllo, in questo caso le 18 corrispondono a 3 ore di corsa. Si vedrà ...

gabriele

Postato il
02/06/2006
ora 20:05:02

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All'ingresso di Borgo il vigile mi indica la deviazione a sinistra, verso il centro. La strada scende leggermente e mi appare lo striscione del traguardo con la pedana per rilevare il chip. Un ragazzo con la macchina fotografica è seduto su una sedia, sulla sinistra dopo lo striscione. Si alza e mi scatta la foto di rito, io saluto alzando il braccio destro. Più avanti, sulla destra il tavolo del ristoro. Ancora un bicchiere di sali, poi noto dei cornetti, ne prendo uno e aggiungo il solito bicchiere di acqua naturale. Camminando mangio il cornetto e bevo l'acqua a piccoli sorsi, quando una voce alla mia sinistra mi saluta. Il 'Grillo'.
Ciao Danilo che ora è gli chiedo. Smette di correre e camminando al mio fianco mi risponde, le 18. Poi aggiunge, io non riuscirei a mangiare una brioche. Replico che è necessario alimentarsi e lo invito a proseguire del suo passo, lo informo che per quanto mi riguarda, me la prenderò comoda. Mi saluta riprendendo la sua corsa leggera. All'uscita dal centro i vigili fermano il traffico per farmi passare.
Ringrazio con un cenno della mano al quale rispondono anche gli automobilisti fermi. All'uscita da Borgo si presenta un bel tratto ripido, lo aspettavo, indeciso se camminare o correre. Il 'Grillo' è gia' in fondo al rettilineo che corre agile. E' bene allenato, penso alle sue corse in montagna e mi fa piacere vederlo salire così . Presto guadagnerà così tanto da scomparire dalla mia vista.
Ai lati della strada gli accompagnatori sono numerosi e tutta l'acqua bevuta ha fatto nascere una necessità fisiologica.
Ci vuole un pit stop. Adocchio una posizione riparata sul lato sinistro della strada, mi fermo mi alleggerisco. Passano alcuni concorrenti, fra cui una signora con scritto ' Cinzia' sul retro della canottiera.
Riprendo la mia corsa leggera, cercando di economizzare al massimo, in questo tratto di leggera salita. La mia attenzione è attirata da uno scampanellio e da due luci rosse lampeggianti, in fondo alrettilineo. Il passaggio a livello si sta chiudendo.Accidenti, penso, poi ci ripenso e concludo che un riposino potrebbe non guastare. I concorrenti davanti a me si chinano sotto le sbarre, guardano e attraversano. Arrivo alle sbarre, faccio altrettanto, fermandomi a guardare a destra ed a sinistra,non si vede nulla e non si sente alcun rumore. Attraverso, mi chino di nuovo e riprendo la corsa. Penso al treno che passerà e vorrei voltarmi, ma so che girarsi indietro potrebbe essere una pessima idea quando si corre da ore e non lo faccio.All'improvviso si sente la sirena del treno ripetutamente ed a lungo. Evidentemente il macchinista sapeva che oggi di qui transita la 100.
Salendo verso la Colla penso al passaggio a Borgo, alle 18 , molto bene. Il passaggio alla Colla vorrei che fosse verso le 20. Penso che anche mezz'ora più tardi non cambia niente, l'importante è mantenere le energie per il tratto notturno dopo Marradi ...

gabriele

Postato il
03/06/2006
ora 20:00:48

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Davanti a me noto che anche 'Luisa' ha deciso per un pit stop e lascia la strada sulla destra in un sentiero riparato da sguardi indiscreti.
Qualche chilometro e mi supera di nuovo accompagnata da un uomo in mountain bike che la incoraggia, pedalandole al fianco.
Raggiungo il paese di Ronta, ancora un ristoro, ancora un bicchiere di sali, una fetta di pane con marmellata ed un bicciere di acqua naturale, camminando. La temperatura è diminuita e decido di indossare la maglia tecnica a rete. L' ho portata con me in una specie di tasca ricavata cucendo il numero di gara, sulla canottiera Avis, ai lati e sotto. Camminando, sfilo la canottirera, indosso la maglia di rete e rimetto la canottiera. La sensazione che dà la rete asciutta sulla pancia è piacevole. Riprendo con una corsa leggera, pensando che da qui in su le pendenze saranno più importanti e sarà bene camminare nei tratti più ripidi. Di nuovo 'Luisa' nel breve rettilineo, davanti a me, sta camminando. La supero incoraggiandola con qualche parola.
Più avanti decido di camminare in alcuni tornanti, tagliandoli all'interno. Ecco che 'Luisa' correndo mi supera di nuovo. La saluto.
Poco più tardi passa l'uomo in mountanbike, mi chiede di lei. E più avanti, rispondo, sta correndo bene. Lo vedo spingere sui pedali e sbuffare. Anche lui se la guadagna, questa Colla.
Si avvicina il ristoro di Razzuolo ed ho ripreso a correre. Al ristoro mi mangerò un bel panino, penso. Eccomi davanti al tavolo imbandito, sulla sinistra della strada, al centro del paese.Non ci sono panini, ma
craker. Solito bicchiere di acqua e craker. Mangio, camminando.
Questo è l'ultimo ristoro prima della Colla, c'è ancora il sole, non tira vento e non so che ore sono, non è importante. Sono sulla destra della strada, quando si avvicina un ragazzo con la bici da corsa, mi saluta.
Di dove sei.
Di Forlì, e tu ?.
Di Faenza, ti serve qualche cosa, acqua ?.
No grazie, mi sono appena servito al ristoro.
Qualche minuto e si avvicina un'altro ragazzo in bici da corsa.
A occhio direi coetaneo del precedente. Mi saluta , scambiamo alcune parole, poi mi saluta e va su veloce.
Eccola alla mia sinistra la fantastica fontana che precede, davvero di poco, il passo della Colla. Attraverso la strada, mi fermo, bagno i polsi, poi bevo l'acqua sorgiva, fresca, con grande piacere ed una piccola preoccupazione. Mi sciacquo il viso, ribevo un sorso e riparto.
Nessun problema, l'acqua fresca non ha avuto effetti colleterali.
La Colla ora e' proprio vicina,...



gabriele

Postato il
05/06/2006
ora 00:08:54

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Davanti a me una curva a destra in leggera salita, seguirà un tornante a sinistra e quindi il breve tratto, con leggera curva a destra che porta al punto più alto della corsa. Sto percorrendo il tornante qundo mi giunge un incitamento. Guardo avanti, alla mia sinistra c'è Giacomini, il grande presidente dei ciclisti AVIS di Forlì. Si affianca alla mia destra, correndo mi dice bravo e mi informa che è passato da alcuni minuti un'altro podista AVIS. Già 'il Grillo'. Lo informo che oggi io sono un 'turista' e che mi fa piacere che Danilo sia già passato. Mi incoraggia e chiede se può aiutarmi. Lo ringrazio. Siamo al tavolo del ristoro, i soliti craker. Il 2006 sarà ricordato per i craker. Due bicchieri d'acqua.Il passaggio sulla pedana e chiedo dove posso trovare le borse del cambio. Mi indicano una tenda sulla destra a lato della strada. Una signora si offre di aiutarmi nella ricerca. La informo che si tratta di una piccola borsa rossa. La trova immediatamente e mi indica uno spazio ricoperto con un telo bianco impermeabile. Ottimo per cambiarsi, la informo che darò un poco spettacolo, nel senso che procederò ad un cambio completo (calzini e scarpe escluse). Metto gli indumenti bagnati nella borsa rossa e prelevo la piccola pila che mi servirà più tardi. Indossata nuovamente la canottiera AVIS, metto la pila nella tasca ricavata con il numero . Intanto alcuni concorrenti stanno transitando sulla vicina strada, una ragazza, una corsa forte e in spinta, mi sembra di conoscerla. Ma si, urlo ciao Anke !. Si gira , mi vede, mi saluta. Brava Anke !!. Per chi non la conoscesse, ha vinto più volte questa gara, alcuni anni fa.Riprendo la strada mangiando e bevendo. Giacomini si avvicina e mi saluta con un 'ci vediamo a Marradi'. OK ciao.
A questo punto la strada prende a scendere con alcuni ripidi tornanti e con numerose automobili parcheggiate. E' ancora giorno.
Ho dimenticato di chiedere l'ora. Sanno le otto ?. Non lo so, forse le otto e quindici, in ogni caso non sarò a Marradi prima delle 9 e trenta e sarà buio. Mi godo questo panorama fantastico, illuminato dalle ultime luci della sera e scendo con animo leggero verso Casaglia dove troverò un'altro ristoro...
(informazione di servizio, da domani non sarò a Forlì fino al 12 giugno. Non so se mi sarà possibile scrivere sul forum sino a quella data)

Giada

Postato il
05/06/2006
ora 13:13:56

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No peccato!!!! Il tuo racconto mi stava davvero appassionando e, come me, credo che faccia stare "incollati al monitor" anche molti altri visitatori!!!! Allora appuntamento al 12 Giugno!!! (mica credere che potremmo dimenticarcene facilmente........ )

gabriele

Postato il
06/06/2006
ora 15:43:57

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Sorpresa, sono in Svezia , ma ho a disposizione un collegamento ad internet, cosi`posso proseguire, anche se a ritmo ridotto.
Forse una puntata ogni due giorni, si vedra`.
----------------
Dopo un tratto fra gli alberi , con una ampia curva a sinistra in leggera discesa si apre un maestoso panorama di pratie e la ampia vallata. Il piccolo paese di Casaglia lo si intravede fra gli alberi.
La corsa è facile, risparmiare le enrgie, non farsi prendere dalla euforia, con calma, Faenza è ancora lontana. Però la metà è fatta, la metà più difficile ?.
No .
La 100 inizia a Marradi.
La parte più difficile è il tratto fra Marradi e Brisighella. Me lo ricordo bene.
Calma.
Godersi il panorama e la assenza di problemi. Controllo mentalmente.I piedi, un piccolo fastidio sotto l'alluce del piede sinistro, cambio leggermente l'appoggio, niente, forse non è niente. I muscoli delle gambe, stanchi ma ancora reattivi, provo a modificare la corsa un poco, rispondono. La pancia , con i panni asciutti sta molto bene. Un piccolo fastidio al capezzolo destro, controllo con la mano, non c'è sanguinamento. Le braccia, provo ad ampliare l'oscillazione, aumenta la velocità.
Calma.
Rallentare.
Ecco, alla mia sinistra il bivio per il ristoro. Svolto e mi si presenta subito un tratto mmolto ripido, lo ricordo, cammino. Anche qui un traguardo, la pedana ed un ragazzo con la macchina fotografica.
Non importa che scatti la foto, gli dico. Lui si alza dalla sedia mi inquadra , scatta e mi risponde, hai fatto 54 Km per arrivare qui e vuoi che non ti scatti una foto ?.
Mi avvicino al ristoro, prendo pane e marmellata, un bicchiere di acqua lo bevo subito, un'altro lo porto con me. Sto camminando in discesa quando alla mia sinistra compaiono, assieme, i due ragazzi in bici da corsa, mi salutano e mi chiedono se serve qualche cosa.
Grazie, mi sono appena rifornito, ma voi seguite qualcuno ?
Si, tu.
Io ? Ma tu guarda, e adesso che fate ?
Ci fermiamo a Razzuolo e mangiamo una fiorentina, ci vedremo più tardi, mi dicono.
Non sarà facile trovarsi nella notte, gli rispondo.
Li sauto con un gesto della mano destra e riprendo a correre invidiando il loro scivolare veloce e silenzioso verso il fondovalle....

Carlo

Postato il
06/06/2006
ora 16:58:39

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replica gabriele del : 06/06/2006 -
messaggio : Sorpresa, sono in Svezia , ma ho a disposizione un


Tu sei in Svezia ed io in Sardegna. Eppure ... basta un portatile, un collegamento ad Internet e tanta voglia di esserci!!!
Caro Gabriele, sei proprio fantastico e il tuo racconto a puntate è veramente avvincente.
Vai così !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

gabriele

Postato il
07/06/2006
ora 12:36:26

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Il sole e` tramontato e c´e` ancora luce a sufficienza.
Le automobili hanno gia` i fari accesi.
Percorrendo una curva a sinistra entro in Crispino. Qui si incontra nuovamente la ferrovia.Mi accompagnera` fino a Brisighella.
A destra, un poco rialzata, la stazione.
Mi torna alla mente che l´ anno scorso scesi qui dal treno e con la mia bici seguii Luciano e Lorenzo fino a Faenza.
Il ristoro, ancora una volta bere e mangiare, camminando , con calma.
Riprendo la corsa, lenta, leggera, senza spingere.
La luce diminuisce, Marradi si avvicina.
Un cartello giallo sulla destra, Villa Fantino.
Se la memoria non mi inganna, sulla sinistra, dopo la curva, c´e` una fontana. I grandi alberi sul lato destra della strada lasciano passare poca luce, una curva a sinistra, non sento rumore di automobili in arrivo, mi sposto lentamente sul lato sinistro della strada. Ecco, in una ampia grotta di pietra, la fonte.
Mi fermo. Mi bagno i polsi, sciacquo le mani, infine bevo un piccolo sorso.
E´ freschissima. Un´altro sorso. Un poco a rinfrescare il viso e un´ altro poco sui capelli.
Riparto, lentamente, ancora una volta.
Cerco sul lato destra della strada i cartelli con la indicazione dei chilometri. Ho notato che c´e` poco piu`di un chilometro di differenza fra le indicazioni stradali e quelle della organizzazione, presenti ogni 5 Km.
Quando trovo sull´ asfalto il numero 60, ripetuto dal solito cartello giallo, sulla destra, ho passato il cartello chilometrico numero 58. Con questa osservazione, riesco ad avere riferimenti ogni chilometro. So gia` che, avvicinandomi a Faenza, guardero`addirittura i piccoli segnali , con numero romano, posti ogni 100 m.
Oramai e`buio.
Corro sul lato destro della strada, sulla riga bianca, tengo la piccola pila nella mano sinistra, in modo che sia piu` visibile dagli automobilisti.
Sulla destra il cartello bianco di Biforco, Marradi e` qui vicino.
Un rettilineo, leggera salita, e con una deviazione a destra scendero` nella piazza...

gabriele

Postato il
08/06/2006
ora 16:02:35

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Ecco il vigile, davanti a me, alza il braccio sinistro, con la mano aperta, mi indica la strada verso la piazza.
Una transenna impedisce il passaggio alle auto.
E´ buio e la strada e` illuminata dai lampioni. Ai lati diverse persone applaudono. Alcuni ragazzi salgono dalla piazza alla mia sinistra e mi gridano parole di incoraggiamento.
La strada scende rapidamente, davanti a me, sulla sinistra, un´ altro traguardo, un´ altra pedana, un´ altro fotografo.
Mi viene incontro Giacomini, sei il primo dell´ Avis, mi dice .
Non so, gli rispondo, non ho incontrato il ´grillo´ ne l´ho superato, non ho notizie e in ogni caso ´il turista´ (che sarei io) comincia ad essere un po´ stanco.
Bravo, bravo, mi dice, continua cosi`.
Mi avvicino al ristoro, prendo un bicchiere di sali, guardo una fetta di pane con marmellata e ho la netta sensazione che non sara` gradita dal mio stomaco. Decido che ho sudato troppo e mi avvicino alla postazione dei massaggi sula sinistra.
Apro la porta, entro.
Mi si avvicinano una ragazza ed un ragazzo che mi propongono subito di stendermi su un lettino per i massaggi.
Ringrazio, rimango in piedi vicino alla porta e chiedo se posso avere un poco della carta, di quella che usano sui lettini.
La ragazza si avvicina al grande rotolo e ne svolge un bel pezzo, lo strappa e me lo porge.
Lo ripiego, sollevo la maglietta di rete e mi asciugo la pancia.
Ripeto l´ operazione dopo aver girato la carta.
La butto nel cestino, prelevo dal rotolo un´ altro piccolo pezzo che ripiegato in quattro posiziono a contatto della pelle.
Sistemo la maglietta di rete e la canottiera con il numero.
Rigrazio, saluto.
Ci vediamo l´ anno prossimo, mi dice la ragazza.
Sicuro, le rispondo, non manchero`.
Di nuovo all´ aperto, l´ aria e` fresca, cammino per uscire dalla piazza, davanti a me una transenna in metallo.
Sulla transenna un cartello giallo con un numero, 65.
Mancano 35 Km a Faenza.
Meno di una maratona.
Ma la 100 inizia qui.
Mi preoccupa un poco il non riuscire a mangiare.
E´ possibile correre 35 km solo bevendo, ma in questa sitiuazione l´ esperienza mi dice che saranno necessarie tre ore per Brisighella e piu` di una poi per Faenza.
Non so che ore sono.
Non ha alcuna importanza.
riprendo a correre lentamente sulla destra della strada, la pila nella mano sinistra.
Vicino a me i grandi tigli in fila, la stazione di Marradi piu` in basso si intravede appena ...

gabriele

Postato il
09/06/2006
ora 10:36:07

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Il cartello chilometrico, alla mia destra, indica 71. Un rapido conto e realizzo che mancano circa 30 Km a Fenza.
Non sono tanti.
Quante volte ho corso la maratona ?
Non ricordo, 30 sono meno.
Ma la stanchezza si fa sentire e le gambe mi inviano segnali non incoraggianti.
Continuo a sudare anche se la notte non e` cosi` calda.
Meglio rallentare.
Forse camminare.
No, meglio correre, lentamente, molto lentamente, ma correre.
Provo a modificare l´ appoggio del piede ed il movimento della gamba per spendere meno energie.
Ho la impressione di eseguire quasi una marcia.
Ci penso un attimo.
No, non e` una marcia.
Come marciatore sarei squalificato sicuramente.
Certo che non si puo` nemmenno definire corsa, questa.
Forse 6 minuti al chilometro, forse di`piu` .
Non so , non ho l´ orologio, non so che ore sono.
Non me ne importa nulla.
Improvvisamente alla mia destra, nel buio, una figura familiare.
Una piccola luce illumina l´ interno di un pulmino fermo con il portellone aperto.
Pino !
Ciao, posso avere un bicchiere di acqua ?.
Ma certo, mi indica un piccolo ripiano all´ interno del pulmino, sulla sinistra, sul quale vedo tre bicchieri di plastica pieni.
Ne prendo uno e lo bevo d´ un fiato.
Bene, penso, molto bene.
Riesco a bere agevolmente, non tentero` di mangiare.
Mi rivolgo a Pino, un bicchiere per Luciano, uno per Lorenzo ed il terzo ?.
Se uno ne vuole due, mi rispone.
Lo ringrazio ancora e , lentamente, molto lentamente riprendo a correre.
Se Pino e` qui Luciano e Lorenzo non saranno lontani, penso.
Al prossimo ristoro mi fermero` per i massaggi, magari mi raggiungeranno.
La strada prosegue con piccoli saliscendi, San Cassiano si avvicina , credo proprio che mi fermero` per i massaggi.
A quel punto saro` circa a 25 Km da Faenza.
Poco piu` di una mezza.
Come quella della Cava.
No, non come quella, qui non c´e` la salita dei sabbioni.
Pensata cosi` sembra semplice, l´esperienza, la stanchezza ed il buio mi dicono che non sara` facile.
Continuo a correre, lentamente, sul lato destro della strada, la pila nella mano sinistra che oscilla illuminando il bordo della strada, ora piu` vicino, ora piu`lontano.
In fondo al lungo rettilineo si intravede un poco di illuminazione.. San Cassiano ...

gabriele

Postato il
10/06/2006
ora 11:42:25

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Ecco il tavolo sulla destra, alcune persone, in piedi, stanno parlando, illuminate dalla luce del lampione.
Prendo un bicchiere di acqua e mi avvio dietro al tavolo, giro l´ angolo sulla destra ed apro la porta.
All´interno i tre lettini sono impegnati.
Per un massaggio c` e` da aspettare ?.
Io ho finito, mi risponde dal primo lettino un giovane concorrente, alzandosi prontamente.
Tolgo la carta bagnata da sotto la maglia a rete e la getto nel cestino alla mia destra.
Il tempo di preparare il lettino e mi ritrovo sdraiato a pancia sotto, dopo avere depositato il bicchiere di acqua sul tavolo, vicino alla porta.
Le due ragazze eseguono rapidamente il massaggio, prima il polpaccio, quindi la coscia. Mi giro e l´ operazione si ripete per finire con le mie gambe sollevate dalle caviglie.
Mi alzo e procedo con la operazione di asciugatura della pancia con una parte della carta utilizzata sul lettino.
Ne prendo un´ altro poco dal rotolo e , dopo averla ripiegata in quattro, la posiziono sulla pancia, sotto la maglia a rete.
Ringrazio le ragazze, prendo il bicchiere lasciato vicino alla porta ed esco.
Bevo camminando.
Riprendo lentamente la mia corsa.
La notta e` davvero buia, senza luna, la pila nella mano sinistra.
Noto nei campi, alla mia destra, una quantita` di lucciole.
Ripenso ai chilometri , 25 .
Brisighella dista circa 12 Km da Faenza, 13 da qui.
Ci saranno altri ristori, penso che non mi fermero` per altri massaggi prima di Brisighella.
Interrogo i muscoli delle gambe, mi rispondono che puo` essere, fino a Brisighella si puo` arrivare.
Per questi 13 chilometri potrebbe servire un´ ora e mezza, forse di piu`.
Gia`, che ore sono ?
Non lo so.
Non importa.
Di nuovo, nel buio, alla destra, una luce, un portellone aperto.
Pino.
Forse Luciano e Lorenzo sono davanti, saranno passati mentre facevo i massaggi.
Mi fermo, ciao Pino, posso avere un bicchiere d´ acqua ?.
Certamente , mi risponde, indicandomi l´angolo sulla sinistra.
Prendo il bicchiere, Luciano e Lorenzo sono davanti?
No, non sono ancora passati, ma non sono lontani.
Poso il bicchiere sul ripiano, lo ringrazio e riparto, lentamente, molto lentamente, con pazienza.
La luce della pila oscilla davanti a me, la stanchezza e` davvero tanta, il pensiero di attendere Luciano e Lorenzo accarezza la mia mente.
Sono attirato dal pensiero di rallentare, camminare.
Poi ci ripenso, valuto la possibilita` che sopraggiunga qualche difficolta`, per me, che mi impedisca di stare con loro.
Decido che li aspettero` piu`vicino a Faneza, magari dopo Brisighella.
Sempre che non mi raggiungano prima.
Il piccolo cartello giallo, sulla destra, con il numero 80 mi ricorda la distanza percorsa.
Manca meno di una mezza maratona.
Piu` di due ore, a questa velocita`.
L´ importante e`continuare a correre, lentamente, ma correre.
Sto sudando nonostante l` impegno al minimo, non vorrei.
Rallentare.
Si suda ugualmente, la carta sulla pancia e` fradicia, bisogna cambiarla.
Non oso toglierla e buttarla, se poi avro` freddo alla pancia, potrebbero nascere dei problemi di non facile soluzione.
La lascio, cosi` bagnata dove si trova, e`meglio.
Forse.
Alzo gli occhi, nel buio, davanti a me, molto lontano, per la prima volta mi appaiono le luci di Brisighella.
So che sono molto lontane, ci vorra`ancora un´ora, forse.
Ma e` confortante vedere che Brisighella esiste davvero.
Non e`un miraggio.
Laggiu`un massaggio mi aspetta.
Si, sicuramente, un´altro massaggio.
E forse Luciano e Lorenzo saranno com me in piazza a Brisighella ...

gabriele

Postato il
12/06/2006
ora 09:22:54

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Notte fonda.
Le lucciole nel campo, sulla destra, al lato della srada.
Alzo lo sguardo, il cielo mi offre uno spettacolo straordinario, la assenza di luna rede le stelle più luminose.
L' appoggio dei miei piedi sull'asfaldo, quasi non fa rumore.
Dal buio sulla destra una voce, improvvisa, mi incita ed il rumore di alcune mani che applaudono attira la mia attenzione.
Nel giardino, davanti ad una casa alcune persone si godono la serata sostenedo i pellegrini che vengono da Firenze.
Alzo la pila in un cenno di saluto.
La voce ripete l'incitamento.
Ecco un distributore, alla mia destra, ancora un ristoro, il solito bicchiere di acqua.
Cammino bevendo, penso a Brisighella ed al massaggio che mi aspetta, forse sarà passata mezzanotte.
Ricordo che sulla torre vicino alla piazza, sulla sinistra, c'è un orologio.
Guarderò l'ora, aggiungendo una ora e mezza potrò prevedere l'ora di arrivo a Faenza.
Alla mia destra, ancora una volta un portellone aperto e Pino che aspetta.
Ciao, prederei un'altro bicchiere di acqua.
Prego, mi risponde, Luciano è qui vicino e Lorenzo è poco più indietro.
Credo che potremmo arrivare assieme, io mi fermerò a Brisighella per un massaggio, gli dico.
Mi saluta con un 'ci vediamo dopo Brisigella'.
Riprendo a correre lentamente, con il solito ritmo fatto di piccoli passi frequenti.
Alla mia destra la pista ciclabile, Brisighella è davvero vicina.
Segue un tratto che percorro sul marciapiede, alla destra ed ecco la deviazione.
La strada per le automobili prosegue sulla destra, noi podisti diritto, oltre la transenna metallica, verso la piazza centrale.
Nessuno lungo lastrada, in fondo il ristoro a sinistra, la pedana per rilevare il chip e davanti a me la tenda per i massaggi.
Prelevo un bicchiere di acqua naturale e mi avvio camminando alla tenda.
Entro.
All'interno tutti i lettini sono liberi e gia' preparati.
Mi stendo sul primo davanti a me, poso il bicchiere sul pavimento e chiudo gli occhi rilassandomi.
Il ragazzo e la ragazza si apprestano prontamente ad eseguire il massaggio e mi salutano con un ' sei stanco?'
Sai vengo a piedi da Firenze, gli rispondo e non penso ad altro, godendomi il rapido massaggio.
Una voce femminile, finito!.
O.K. mi rialzo, prendo il bicchiere e lo riposo sul tavolo.
C'è da ripetere il rito di asciugatura della pancia e sostituzione della carta.
Infine saluto ed esco.
Che ora è ?, già la torre, l'orologio.
Volgo lo sguardo a sinistra, mezzanotte e quaranta.
Perbacco, si può arrivare prima delle due.
Non ha alcuna importanza.
Riprendo la solita corsa leggera, sulla destra, fuori dalla zona pedonale, un lampeggio blu.
Un'auto della polizia.
Percorrendo un piccolo, ma piacevole, tratto in discesa, esco dalla zona pedonale.
Una ragazza in bicicletta mi indica la pista ciclabile sulla sinistra.
Mi sembra una buona idea.
Dove saranno Luciano e Lorenzo.
A questo punto forse Luciano è passato mentre ero nella tenda.
Spero di incontrare Pino per proporre un arrivo insieme.
Anche Lamberto potrebbe non essere lontano.
Quattro canottiere Avis assieme in piazza a Faenza.
Non sarebbe male, si vedrà ...

gabriele

Postato il
13/06/2006
ora 08:57:39

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Nella pista ciclabile, sula sinistra della strada, mi sento più sicuro.
Alla mia destra delle aiuole di rose mi separano dalla strada.
Guardo con attenzione la pavimentazione, una buca potrebbe rovinarmi la festa ed impedirmi di giungere a Faenza.
A questo punto sarebbe davvero un peccato.
Ma anche la pista ciclabile termina. Preferisco attraversare la strada e tornare sulla destra, di nuovo la pila nella mano sinistra.
Cerco alla mia destra i piccoli segnali con numeri romani posti ogni 100 m.
Ecco VI, fra 400 m ci sarà un cartello chilometrico, con pazienza attendo, VII , VIII, mi sembravano più corti 100 m in pista.
IX, fra poco il cartello.
Eccolo, sulla destra in alto c'è il numero 90. Mancano meno di 10 Km.
Meno di un 10'000.
La distanza che percorro negli allenamenti meno impegnativi.
Mi servirà un'ora e forse più.
C'è ancora un ristoro, lo ricordo, Fognano, un piccolo ristoro.
Ecco che , ancora una volta, sulla destra, la solita luce ed il solito portellone aperto, Pino.
Ciao, sono passati Luciano e Lorenzo ?
No, mi risponde.
Mi fermo un attimo, potremmo arrivare a Faenza insieme.
Luciano è qui dietro, mi risponde, ma Lorenzo non è con lui.
Ci penso un attimo, e Lamberto ?.
Non ho notizie.
Lo saluto, riparto camminando, quindi la solita corsetta, leggera.
Penso, potrei aspettare Luciano e quindi, assiema aspettare Lorenzo.
In questa situazione si può arrivare sulle undici ore.
Luciano potrebbe tentare di finire prima delle 11 ore.
In questo caso non sarebbe opportuno proporgli di aspettare Lorenzo.
Sono indeciso.
Concludo che procederò senza forzare la situazione, se Luciano è vicino, mi raggiungerà e ne parleremo.
Nel frattempo si avvicina la luce sulla destra del ristoro di Fognano.
Cammino per 100 m e giungo al ristoro.
Sto sudando tanto nonostante l'impegno molto limitato.
Prelevo un bicchiere di acqua naturale, metto un cubetto di zucchero in un'altro di acqua gassata e riprendo a camminare.
Bevo lentamente l'acqua naturale.
Mescolo con l'indice della mano sinistra l'acqua e lo zucchero, provocando un aumento delle bollicine.
Un poco di zuccheri dovrebbero essere utili.
Ne bevo un piccolo sorso.
Non mi piace.
Strano, ricordo che la bevevo con piacere, due anni fa.
Non insisto, butto acqua e bicchiere.
Oramai mancano circa 5 chilometri, si possono percorrere anche senza questo ultimo bicchiere di acqua.
Di nuovo la pila nella mano sinistra.
Di nuovo la piccola corsa, lenta e poco dispendiosa.
Scruto nel buio la strada davanti a me, ricordo che ci sarà la pista ciclabile sulla destra , il bivio, quindi il lungo rettilneo con la pista ciclabile sulla sinistra, che mi porterà in città ...

gabriele

Postato il
14/06/2006
ora 07:34:56

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sono sulla destra della strada, la notte è buia, sento alle mie spalle un rumore leggero che si avvicina.
Rumore di passi ed il ronzio di bici.
Un giovane mi supera a sinistra, lentamente, lo accompagnano due ragazze in bicicletta.
Le luci delle bici illuminano il bordo della strada meglio della mia piccola pila.
Passano in silenzio, ognuno assorto nei propri pensieri, proiettati alla vicina piazza del Popolo.
Si allontanano davanti a me, due piccole luci rosse lampeggianti sono poste sul retro delle biciclette.
Torno ad osservare le stelle nel cielo, splendide, non riesco a riconoscere le solite costellazioni.
La stanchezza è troppa.
Guardo le lucciole nei campi, altre piccole costellazioni che cambiano continuamente, lampeggiando.
Di nuovo le due piccole luci rosse davanti a me.
Il giovane sta camminando, le ragazze in bici sono alla sua sinistra, lo proteggono dalle auto di passaggio, si spostano per lasciarmi passare.
Affianco il concorrente e gli rivolgo una parola di incoraggiamento, forza che siamo arrivati.
Riprende a correre lentamente, mi supera di nuovo e si allontana con i suoi due angeli custodi.
La pila nella mano sinistra illumina con la sua solita oscillazione il bordo della strada.
Corro sulla riga di vernice bianca, con attenzione, per evitare eventuali buche.
A questo punto temo che le mie articolazioni non sarebbero in grado di sopportare un appoggio maldestro.
Di nuovo le due piccole luci rosse si avvicinano, il mio giovane amico sta camminando di nuovo.
Mentre lo affianco, per superarlo, lui si giustifica con un ' ogni tanto ho bisogno di riposare un poco'.
Replico, ' non cambia nulla'.
Riprende la corsa e mi dice ' voglio darti retta'.
Le luci rosse delle bici si allontanano definitivamente.
Intanto è arrivata sulla destra la pista ciclabile, me la ricordo bene.
Una curva a destra, la svolta, ancora a destra, illuminata dai lampioni.
Ecco davanti a me il lungo rettilineo che mi porta in piazza a Faenza.
Sono a Faenza.
Mi sposto sulla pista ciclabile sulla sinistra, in questo modo evito le automobili che passano.
La pila non serve più.
La spengo e la ripongo nella tasca fatta con il numero.
Mi rilasso pensando alla piazza che lentamente si avvicina ...

gabriele

Postato il
14/06/2006
ora 21:15:38

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Corro, lentamente, nella pista ciclabile.
Penso alla giornata che ho vissuto, alle persone incontrate, ai chilometri percorsi.
Il 'Grillo' a Borgo S. Lorenzo, chissà dove sarà ora.
Giacomini sulla Colla, appassionato alla gara e così felice di vedermi, che bella sorpresa.
Pino, che come un'angelo custode è apparso con cadenza regolare lungo la strada, nella notte.
Luciano e Lorenzo che saranno sicuramente qui vicino.
La mia attenzione è attratta da un orologio digitale, alla mia sinistra.
I led rossi mi informano che è l'una e 48.
Mancano 12 minuti alle due.
Posso vedere il semaforo davanti a me, mancherà un chilometro alla piazza.
Credo proprio che arriverò prima delle due.
Non ha alcuna importanza.
All' incrocio il vigile mi scorge da lontano e si porta in mezzo alla strada per fermare un improbabile automobile in arrivo.
Lo ringrazio con un filo di voce.
L'altro vigile, oltre l'incrocio, mi risponde, ' mancano 300 metri'.
Lo ringrazio con un cenno della mano.
La pavimentazione stradale non è più in asfalto, sono piccole mattonelle lucide.
Ho la impressione di entrare in un salotto.
Attendo la curva a sinistra, l'ultima curva.
Alcuni concorrenti , che mi hanno preceduto, si stanno allontanando, sulla destra della strada, in direzione opposta alla mia e mi incoraggiano con un ' bravo, sei arrivato'.
Curva a sinistra.
Le transenne di legno alla mia destra ed alla mia sinistra segnano il percorso che porta all'arco del traguardo.
Un percorso riservato a chi, come me, viene da Firenze a piedi.
Le persone appoggiate alle transenne si accorgono del mio arrivo ed applaudono.
La piazza, illuminata in questa ora notturna, è bellissima.
Il solito fotografo, oltre l'arrivo, si prepara ad immortalare il mio arrivo.
Alzo le braccia passando sotto il traguardo.
La pedana di legno, in salita, è davanti a me. In fondo, sul palco, una ragazza ha preparato la medaglia che mi appenderà al collo.
Cammino lentamente, la guardo e le dico ' un attimo, arrivo'.
Mi guarda e risponde ' non c'è fretta'.
Letto n. 2003
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